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In un’epoca in cui le organizzazioni cercano di essere più innovative e customer-centric, l’integrazione tra Design Thinking (DT) e Project Management (PM) si rivela una strategia potente per generare valore sostenibile. Non si tratta solo di aggiungere creatività alla gestione dei progetti, ma di trasformare l’approccio stesso con cui si concepiscono, pianificano ed eseguono le iniziative.


Design Thinking: un mindset per creare soluzioni desiderabili, realizzabili e sostenibili

Il Design Thinking (DT) non è solo una tecnica creativa, ma un paradigma cognitivo e organizzativo che si presta ad affrontare problemi complessi, ambigui o con obiettivi ancora in via di definizione. Come evidenziato dalla letteratura più recente (Dijksterhuis & Silvius, 2016; Canfield & Bernardes, 2021), il DT si rivela particolarmente utile per i progetti dove né il metodo né l’obiettivo sono inizialmente chiari.

Il framework Design Thinking Project Management (Canfield & Bernardes, 2021) propone di integrare i componenti classici del Project Management (PM) – principi, ruoli, fasi, eventi, strumenti – con le dinamiche iterative del DT. Questo approccio permette di potenziare il rigore del Project Management con la creatività e l’empatia proprie del Design Thinking.

Secondo Dorst (2011), la logica di progettazione si basa su un processo di abduzione, dove sia il “cosa” che il “come” sono ignoti, ma è nota la valenza del valore da generare. Il Design Thinking si propone quindi come una metodologia che non segue un percorso lineare, bensì come un insieme di cicli iterativi di comprensione, ideazione, prototipazione e apprendimento, capaci di esplorare e modellare realtà ancora non definite.                     


Come il Design Thinking arricchisce il Project Management

Il visual qui sopra sintetizza il framework Design Thinking Project Management (DTPMf), che integra:

  • Le fasi classiche del progetto (Avvio, Pianificazione, Esecuzione, Controllo, Chiusura),
  • Gli eventi chiave come workshop e checkpoint iterativi,
  • I ruoli collaborativi (team interfunzionale, facilitatore DT),
  • Gli strumenti specifici del DT (personas, customer journey, prototipi, feedback loop).

Questa struttura aiuta a mantenere il valore come stella polare lungo tutto il progetto, favorendo cicli di apprendimento rapido e riducendo i rischi legati all’incertezza progettuale.

Il framework Design Thinking Project Management (Canfield & Bernardes, 2021) propone un’integrazione strutturata dei principi del DT all’interno del ciclo di vita del progetto, suggerendo ruoli, eventi e strumenti specifici per ogni fase. Questo approccio consente di mantenere l’intenzionalità del valore durante l’intero progetto, favorendo cicli di apprendimento continuo e una migliore gestione dell’incertezza.

Il Project Management tradizionale si focalizza sulla pianificazione, esecuzione e controllo per raggiungere obiettivi predefiniti. Tuttavia, nei contesti VUCA (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous), questo approccio rischia di non essere sufficiente.

Il Design Thinking si rivela particolarmente prezioso nella fase di individuazione della soluzione. Mentre il PM tende a definire soluzioni sulla base di requisiti raccolti a monte, il DT favorisce l’esplorazione di opzioni creative partendo da una comprensione profonda del problema. Questo porta a:

  • Soluzioni più allineate al contesto reale e ai bisogni degli stakeholder;
  • Riduzione del rischio di rework in fasi avanzate del progetto;
  • Maggiore coinvolgimento degli stakeholder attraverso la co-creazione.
Fase PMContributo del Design Thinking
AvvioDefinizione del problema tramite empatia e analisi dei bisogni latenti.
– SAP ha integrato DT nei project charter organizzando workshop interdisciplinari con utenti finali, analisti di processo e stakeholder tecnici per definire in modo condiviso i pain point e gli obiettivi di valore.
PianificazioneCo-creazione di soluzioni attraverso brainstorming e visualizzazione.
– IBM ha integrato DT nei suoi “Enterprise Design Thinking loops”, strutturando sessioni di ideazione basate su user persona e scenario planning, riducendo del 50% il time-to-market di nuovi servizi.
EsecuzionePrototipazione e test continui per validare ipotesi.
– Philips Healthcare ha usato DT per simulare ambienti ospedalieri reali con personale medico, testando iterativamente concept di nuovi sistemi MRI prima dello sviluppo tecnico definitivo.
MonitoraggioFeedback continuo dagli utenti per iterare e migliorare.
– ING Bank ha adottato cicli settimanali di test utente all’interno di team Agile, combinando strumenti DT (come le user story maps) con metriche di performance per validare ogni sprint.
ChiusuraValutazione in base all’impatto generato e non solo all’output consegnato.
– Siemens ha utilizzato DT per valutare il successo di una soluzione in base alla soddisfazione degli operatori di linea e alla riduzione dei tempi di setup, anziché solo alla consegna tecnica.

Applicazioni nel settore B2B a commessa

Nel settore B2B, dove si lavora per commessa e ogni progetto è spesso una soluzione unica, il Design Thinking offre un contributo strategico già nella fase di generazione dell’offerta. Attraverso tecniche di intervista empatica, customer journey e co-creazione, le aziende possono:

  • Identificare con maggiore precisione le vere esigenze del cliente;
  • Personalizzare la proposta progettuale su elementi a più alto valore percepito;
  • Evitare l’overdesign e la sovrastima dei requisiti, che spesso porta a una successiva erosione dei margini.

Uno studio del Design Management Institute ha rilevato che le aziende design-driven superano del 219% la performance dell’S&P 500 in 10 anni. Inoltre, McKinsey ha evidenziato che i team che utilizzano pratiche di design nella fase commerciale riducono del 30-50% le revisioni successive al contratto, proteggendo margini e tempi di delivery.

Nel B2B tecnico e industriale, queste pratiche consentono di trasformare la fase di offerta da semplice gara di prezzo a fase strategica di differenziazione, in cui il valore viene co-definito col cliente prima ancora della firma.


Valore aggiunto: insight, dati e casi concreti

Il DT contribuisce a generare valore su più livelli:

1. Valore per il cliente: soluzioni centrate sui bisogni reali e inespressi.

  • Esempio: Kaiser Permanente ha migliorato l’esperienza dei pazienti ridefinendo i processi con il DT.

2. Valore per l’organizzazione: riduzione del rischio e accelerazione delle decisioni.

  • Secondo Liedtka, il 71% dei team ha migliorato l’efficacia decisionale grazie all’approccio iterativo.

3. Valore per il team: sviluppo di soft skills e mentalità innovativa.

  • Il DT rafforza la collaborazione e la capacità di affrontare l’incertezza.

Un’alleanza virtuosa: quando Project Management e Design Thinking si completano

Il PM e il DT si integrano perfettamente:

  • Il PM porta struttura, pianificazione e controllo.
  • Il DT aggiunge empatia, apertura e creatività.

Insieme:

  • Il PM diventa facilitatore e innovatore.
  • Si armonizzano fasi divergenti (esplorazione) e convergenti (realizzazione).
  • Si crea un flusso di lavoro ibrido che validando prima e scala poi.

Conclusione

Il Design Thinking, integrato nel Project Management, è un potente catalizzatore di innovazione e impatto. Permette di progettare soluzioni più umane, flessibili e orientate al valore. Le organizzazioni che adotteranno questa sinergia saranno le più capaci di navigare la complessità e prosperare nel lungo periodo.

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